IL MAKE-UP CHE UCCIDE GLI ANIMALI
Bava di lumaca, acido urico di vacca, olio di struzzo, sego di bovini, olio di visone…
Quello che in apparenza può sembrare il preparato di una malefica pozione magica, di quelle che si descrivono nelle fiabe di più sagace ingegno è invece, ahimè, quello che quotidianamente e, si spera, inconsapevolmente, ci troviamo a spalmare con cura sul nostro viso e sul nostro corpo nelle operazione di toeletta; in particolare questi ingredienti si annidano nei cosmetici.
Ebbene sì, la maggior parte di ciò che ci appare come un invitante e ben confezionato dispenser di fondotinta, una sgargiante palette multicolor dal design originale, persino il tradizionale e confortante barattolo di crema che siamo abituate a vedere fin da piccine sul comò della nonna, contengono, al di là delle apparenze, un dramma latente.
Dalla notte dei tempi l’uomo ha fatto “tesoro” degli animali come una fonte di sostanze simili a quelle della sua fisiologia, sia per l’alimentazione e per la risoluzione di problemi legati alla salute, sia per quanto concerne la cura del suo aspetto esteriore. Quindi via libera ad eserciti di rospi vivi impiegati nelle patologie della pelle e lumache tritate per la lotta alle irritazioni. E se non bastasse, in aggiunta a tutto ciò, i sottoprodotti derivati dall’alimentazione, quali i grassi animali.
Osserviamo, per avere un quadro generale della situazione, le principali sostanze animali in uso oggi in cosmetica e la loro funzione:
• Sego, bovini (per saponi)
• Squalene, cetacei (emolliente per creme)
• Cera d’api (fattore di consistenza, filmogeno, per prodotti di make-up)
• Lanolina, ovine (emulsionante, emolliente)
• Olio di visone (emolliente)
• Spermaceti, cetacei (coemulsionante, fattore di consistenza, protettivo)
• Olio di emu, uccelli (emolliente)
• Olio di struzzo (emolliente)
• Omento suini/bovini (lenitivo, cicatrizzante)
• Guanina, aringhe (perlante)
• Carminio, insetti (colorante)
• Sericina, insetti (anti-irritante, filmogeno)
• Collagene, suini, bovini (protettivo, idratante)
• Elastina, bovini (protettivo, idratante)
• Cheratina, bovini, suini (anti-irritante in detergenti)
• Collagene marino, pesci (protettivo)
• Peli di visone, felini (pennelli-fibre)
• Musk, capriolo; Zibetto, felini; Castoreum, castoro (questi ultimi tre ingredienti sono usati in sostanze profumate per rallentare l’evaporazione dei componenti)
• Acido ialuronico, uccelli (idratante)
• Chitina, crostacei (cicatrizzante)
• Occhio di bovino (tessuto per test di innocuità)
Questa, per renderci davvero conto, è solo una parte della vasta carrellata degli ingredienti utilizzati oggi dalle aziende cosmetiche.
In questo cammino di sfruttamento molte sostanze di origine animale (come lo squalene) stanno, per fortuna, per essere sostituite da prodotti vegetali o di sintesi, ma c’è da dire che tutti i derivati animali ancora oggi in uso in cosmesi sono miscele complesse di molecole difficili da riprodurre sinteticamente.
Dunque, perché perdersi in lunghi e costosi cicli produttivi per creare sostanze che in natura animale già esistono? Ed esistono così, come un unicum dalle proprietà benefiche e a costi accessibilissimi.
E allora perché tanto spreco di denaro e di tempo se grazie alle sofferenze di una mucca io posso avere la pelle idratata? Se grazie ai patimenti delle aringhe posso avere capelli più lucenti? E grazie alla spremitura di quei graziosi insetti chiamati cocciniglie posso regalarmi labbra mozzafiato?
Siccome molto spesso la disinformazione è madre di gesti efferati, le aziende avrebbero il dovere di informare il consumatore con etichette che chiariscano le formulazioni dei loro prodotti (e non certo ricorrendo a dei termini scientifici, sobri sì, ma assolutamente incomprensibili), così come noi, in veste di consumatori e inconsapevoli detentori di un potere, quello di influenzare il mercato coi nostri acquisti (dato da non sottovalutare) abbiamo il sacrosanto dovere di documentarci sui prodotti che normalmente, nella nostra vita quotidiana, adoperiamo.
Questa è una pratica che, fino a quando i prodotti non saranno dotati di etichette comprensibili a tutti, dovremmo mettere tutti in atto come buona norma per il bene comune.
Per fortuna, guidati da umanità e saggezza, alcune aziende cosmetiche hanno deciso di dare un’impronta diversa ai loro prodotti: leggiamo finalmente di cosmetici cruelty-free, assolutamente non testati su animali; vegetarian & vegan, cioè che non contengono ingredienti animali né di origine animale; inoltre offrono il vantaggio di essere senza siliconi, glicerine, parabeni né petrolati, quindi non risultano comedogeni. E perchè no, hanno anche un prezzo competitivo. In questo modo quando ci trucchiamo possiamo salvaguardare al contempo la salute della nostra pelle e quella dei nostri amici animali!
Ilaria Iacoviello
http://www.promiseland.it/2012/11/21/il-make-up-che-uccide-gli-animali